La bioarchitettura

La bioarchitettura, o "biologia del costruire", non si propone solo di evitare i danni di una casa "inquinata". Va oltre: considera la casa come un secondo "guscio" (il primo sono i vestiti). Data questa concezione, cerca di riscoprire e recuperare sistemi di costruzione semplici e naturali a misura d'uomo. Lo spazio abitativo diventa, così, un habitat rassicurante che, senza procurare ansie o timori, protegge, esprime la personalità dei suoi abitanti e offre tutto ciò di cui una persona ha bisogno.
La bioarchitettura paragona la casa a un organismo vivente. I suoi muri devono "respirare", per trattenere il calore d'inverno e disperderlo in estate. I materiali con cui è costruita devono essere il più possibile naturali. I colori, la forma, la disposizione delle stanze devono generare benessere.
Il discorso va al di là dei consigli pratici dell'ecologia domestica per sconfinare nella psicologia, nell'ecologia dei consumi, nella scelta del tipo di vita: non solo a una casa senza pericoli, ma anche - in positivo - una casa naturale, armonica, salutare.
La "casa ecologica" diventa il nostro vestito e la nostra opera d'arte, rivelando un diverso rapporto con gli altri e con l'ambiente.
Il pensiero teorico si traduce in ambienti in cui le persone dormono bene, studiano e lavorano con una buona concentrazione, si rilassano senza sforzo. Dove gli ospiti sostano con piacere in ambienti armonici, in salotti caldi e accoglienti. Dove la luce del sole entra a fiotti dalle finestre e trovano dimora tante piante verdi.
Ma attenzione: anche la "bio-casa" può diventare una moda, un "look" da rincorrere con superficialità. Magari solo per non sfigurare con l'amica che ha un soggiorno in perfetto stile "bio" ed "ecologicamente corretto".

Arrivano i bioarchitetti

Si chiamano "tecnici di bioarchitettura" e ricevono un attestato di qualifica superiore al termine del percorso formativo. Sono i tecnici ammessi ai corsi di specializzazione, organizzati dall’INBAR – Istituto nazionale di bioarchitettura, dall’ANABAssociazione nazionale per l’architettura bioecologica, e da alcune Università, che si propongono di trasformare architetti, ingegneri, urbanisti, geometri,agronomi, geologi e biologi, in esperti nell'organizzazione ecologica dello spazio edificato. Tra le materie di studio: energie alternative, fitodepurazione (cioè la depurazione dell'acqua attraverso le piante), restauro storico, psicologia dell'abitare, gestione dei rifiuti.

Un check-up alla casa

Ci sono professionisti, oggi, che effettuano perizie accurate delle abitazioni, per scoprire le cause di fenomeni come il dormire male e l'irritabilità. E ci sono strutture che dispongono di apposite strumentazioni per misurare la presenza di radon, formaldeide, radioattività e onde elettromagnetiche. Il costo varia dalle due o trecento mila lire di una perizia singola a oltre un milione per l'intero "pacchetto" di misurazioni. L'investimento può essere valido, specialmente nel caso di terreni ancora da costruirete perizie vengono effettuate da architetti, ingegneri, geometri, medici e geobiologi specializzati.

Il nostro studio si interessa proprio di ciò, con la nostra attrezzatura siamo in grado di testare la Vs. abitazione, e di darvi dei consigli per risolvere l’eventuale problematica, comunque per avere indicazioni zona per zona, ci si può rivolgere alle associazioni e agli istituti nazionali di bioarchitettura (per i numeri di telefono rimandiamo ai Bioindirizzi).

Quanto mi costa?

Le case ecologiche costano molto più di quelle convenzionali? "Contesto questa affermazione", ha scritto l'architetto Emilia Costa, citando tra l'altro una prova sul campo: la realizzazione di una banca a Krumbach‚ un centro vicino a Vienna.
Il direttore della Raiffensen Kasse, avendo seguito passo passo la costruzione in chiave bioecologica della nuova sede, ha valutato in un 17 per cento in più i costi di costruzione rispetto alla cifra preventivata per il corrispondente progetto non ecologico.
La cifra è di sicuro riferimento perchè i due progetti sono stati elaborati con la stessa volumetria e progettati entrambi nei minimi dettagli. Di più: in paio d'anni dall'inaugurazione, ha dichiarato il direttore, è stato possibile verificare che è facile ammortizzare la differenza con consumi energetici più contenuti.

Prodotti dall'estero

La maggior parte dei prodotti e degli ingredienti di base utilizzati per ristrutturare, costruire e arredare una casa secondo i criteri della bioarchitettura e del "vivere sano" sono oggi d'importazione. Provengono da Paesi come la Germania, l'Austria, la Svizzera, dove questi concetti sono già diffusi da tempo. Basti pensare che più del 15 per cento del mercato edilizio in queste nazioni è orientato verso la costruzione ecologica.
In Italia siamo in ritardo. Spesso però i materiali da produttori italiani costano meno di quelli d'importazione.

L'eco-albergo

Anche in viaggio, perchè rinunciare al "comfort ecologico"? Il primo eco-albergo in Italia è sorto nel 1992 a Milano, dalla radicale ristrutturazione di una vecchia pensione secondo i principi della bioarchitettura: vernici e parquet ecologici, materassi in puro cotone, tessuti naturali, ionizzatori per l'aria nelle camere e depuratori per l'acqua. Dopo la "cura", dell'aspetto d'un tempo sono rimaste solo la facciata e l'insegna.
Ma vediamo le caratteristiche dell'albergo ecologico. Alle pareti per cominciare, pitture atossiche e naturali. Sui pavimenti listelli di legno prodotti con legnami da coltivazioni controllate. Le camere sono tutte arredate con mobili e letti di faggio trattato con cera d'api. I materassi di puro cotone (i cosiddetti "futon" orientali) sono ricoperti da biancheria di ottima qualità.
Ciliegina sulla torta, le speciali apparecchi per la purificazione e calibratura dell'acqua (ognuno può personalizzare a piacere il pH, la temperatura e le bollicine). Ogni camera ha un proprio sistema di depurazione e ionizzazione dell'aria. E poi: carta riciclata, saponi e prodotti per il corpo scrupolosamente "bio", come le bevande e gli snack nel frigorifero.

La bio-edicola

Negli ultuni tempi c'è stato un gran fiorire di pubblicazioni periodiche sull'ecologia dell'abitare. Tra queste, ReportBio, la rivista diretta da Sonia Perini per la Angelo Pontecorboli di Firenze (tel. 055/496502). Vi troverete segnalazioni delle novità in ambito architettonico e del design, una guida alla scelta dei prodotti eco-compatibili più idonei e sicuri, riflessioni su temi di portata più generale nel campo del vivere sano e della cultura ecologista.
Da segnalare anche il trimestrale Ambiente costruito (tel. 0541/628666) coordinato da Carlotta Fontana per Maggioli Editore, ideale per quanti si apprestano a studiare la bioarchitettura, ma anche per chi vuole analizzare da vicino temi pratici e metodi di ristrutturazione ed edificazione che pongono al centro il benessere e la salute dell'uomo.
Architettura naturale è invece la rivista dell'Anab, l'Associazione nazionale per l'architettura bioecologica (tel. 0434/34334 o 0363/301582) attiva dall'89. Già editrice di un notiziario rivolto ai soci e ai "simpatizzanti", con questa rivista l'Anab intende stimolare e incuriosire sia quanti si stanno avvicinando al mondo affascinante della bioarchitettura, sia chi da tempo la indaga e la pratica. Aspetti tecnici, dunque, ma anche espressioni formali della progettazione ecologica, unitamente a schede specializzate,illustrazioni e documenti arricchiscono di volta in volta   i temi affrontati.

 

Fuori e dentro casa

 

L'inquinamento può anche venire dall'esterno. La minaccia non è solo lo smog cittadino, provocato dai tubi di scappamento e dagli impianti di riscaldamento, che annerisce le facciate dei palazzi e i polmoni. Dentro la nostra dimora possono penetrare anche altri tipi di inquinamento spesso sottovalutati, come elettrosmog, gas naturali pericolosi, rumori.

L'elettrosmog

Se state comprando casa, sia in città che in campagna, controllate se dalla finestra si vedono grandi antenne, trasmettitori tivù o cavi dell'alta tensione, o se sul terrazzo condominiale sorge un traliccio della telefonia mobile. Tra i nuovi rischi dell'inquinamento ambientale, infatti, c'è anche quello da radiazioni elettromagnetiche. Esso è ancora sottovalutato. Si stanno però raccogliendo dati sugli effetti che queste radiazioni possono indurre nelle persone che abitano vicino a linee elettriche ad alta tensione, radar e grossi ripetitori per le telecomunicazioni. L'esposizione prolungata si presume che possa provocare disturbi di vario tipo, dallo stress nervoso, all'insonnia, fino ad alterazioni cellulari anche gravi (si sospetta un allarmante collegamento con la frequenza dei casi di tumore nelle zone attorno a potenti postazioni radar).
La zona a rischio si estende, secondo gli esperti, fino a un raggio di due chilometri dal punto di emissione nel caso dei ripetitori televisivi e dei radar, mentre per distanze superiori non dovrebbe esserci alcun pericolo. Nel caso di tralicci ad alta tensione, la distanza di sicurezza dovrebbe essere di 300 metri.
Si è costituito in Italia un Comitato contro l'alta tensione, che cerca di informare e tutelare il più possibile i cittadini che a esso si rivolgono per un aiuto (telefonare allo 0423/487302, chiedendo di Claudio Cazzolato). Anche la Usl di Rimini sta dimostrando un efficace servizio di assistenza per problemi connessi all'alta tensione e all'inquinamento elettromagnetico.

Quando comincia il rischio

 

Intervallo di frequenza

Applicazioni

Individui esposti in ambiente contaminato

Popolazione potenzialmente esposta

100 Khz
3 Mhz

Saldatura, fusione, tempera, sterilizzazione, emissioni radio, telecomunicazioni, radionavigazione

Operatori dell'industria chimica, delle industrie del legno, della gomma, dell'automobile

Personale dell'azienda non direttamente interessato alla gestione delle macchine

3 Mhz
30 Mhz

Riscaldamento, incollaggio, saldatura, polimerizzazione, sterilizzazione di sostanze dielettriche, applicazioni in medicina, emissioni radio, radioastronomia

Ingegneri e tecnici elettronici, equipaggi degli aerei, operatori radar, addetti alla manutenzione, operatori di forni e radio-frequenza

Personale degli aeroporti, abitanti delle aree prospicienti le installazioni radar, emettitori e ripetitori radio e tv, pazienti

30 Mhz
300 Mhz
Numerosi processi industriali (vedere caso precedente), medicina, emissioni tv, traffico aereo, radar 

 

Operatori della ricerca, ingegneri e tecnici elettronici 

 

300 Mhz
3 Ghz

 

 

Emissioni tv, radar meteorologi, ponti radio, telemetria, medicina, forni a microonde, processi utilizzati in industrie alimentari

 

Ingegneri e tecnici elettronici, personale medico e paramedico, addetti alla manutenzione

 

Casalinghe e bambini (nel caso di forni a microonde), pazienti

3 Ghz
30 Ghz

 

 

Alimenti, radar per navigazione marittima e aerea, comunicazioni via satellite, ponti radio a microonde

Operatori dei trasmettitori radio e Tv; operatori radar

 

 

 

30 Ghz
300 Ghz

 

 

Radioastronomia, radiometeorologia, spettroscopia e microonde

 

 

Personale addetto alla guardia costiera e alle ricerche meteorologiche, operatori della ricerca

 

La rete di Hartmann

La bioarchitettura prende in considerazione anche il terreno su cui sorge l'edificio. La casa ecologica - consigliano i suoi fautori - non deve essere costruita su un terreno umido o che presenta una radioattività naturale superiore alla media.

Secondo alcuni ricercatori un reticolo elettromagnetico (detto "rete di Hartmann' dal nome del suo scopritore) avvolgerebbe la superficie terrestre con una maglia invisibile, di linee elettromagnetiche e fasce. Questa rete varierebbe però in rapporto alla resistenza dei diversi materiali ai campi geomagnetici e in corrispondenza delle linee idriche, di fiumi sotterranei, delle linee del vento. Dove le linee elettromagnetiche si incrociano (i cosiddetti "nodi"), soprattutto in corrispondenza di crepacci, corsi d'acqua sotterranei e giacimenti minerari, si ipotizzano effetti negativi sull'organismo umano.

 

 

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