oggetto:   Sezione 3

Telecomando anti-onde

Per scoprire eventuali fughe di microonde (causati dall'usura o dalla cattiva manutenzione) dai telefoni cellulari o dai forni, esiste un apparecchio speciale, è un rilevatore di microonde che si chiama Micromac.
Simile a un comune telecomando misura con sei led luminosi, il grado di intensità della fuga. Basta avvicinarlo agli apparecchi e aspettare qualche secondo. È in vendita nelle farmacie e nei negozi di elettrodomestici.

Comunque il nostro centro di diagnostica è in grado con strumentazione più professionale di testare anche il Vs. forno a microonde, cosa molto importante in quanto per chi non lo sapesse il funzionamento di questo nuovo elettrodomestico è semplicissimo: esso emette una frequenza (onda) che “cuoce” solo ed esclusivamente le molecole dell’acqua; il nostro organismo per l’80% circa è composto da acqua…… a Voi le conclusioni, circa la gravità del cattivo funzionamento dello sportello che non dovrebbe in nessun modo, permettere alle “onde” di propagarsi nell’ambiente con gravi danni ai tessuti di chi è presente in zona durante il suo funzionamento.

  C'è luce e luce

Una "casa sana" dovrebbe utilizzare il più possibile la luce diretta del sole e quelle artificiali come un complemento che, variando di intensità e tipologia, si accorda con i diversi spazi. La luce diretta è più indicata per l'ufficio, il laboratorio, le scale, la cucina e tutti i luoghi in cui è necessaria per ragioni di sicurezza. Nel soggiorno è più gradevole la luce riflessa e diffusa che consente atmosfere più rilassanti. La luce artificiale modifica i colori nelle stanze: una lampadina a incandescenza, povera di blu e ricca di rosso e giallo, riduce le tonalità dei colori freddi proprio come il blu e accentua quelli caldi, dando loro più risalto. Al contrario le lampade fluorescenti tendono verso effetti più freddi che possono anche infastidire con l'uso prolungato.

L’imbianchino ecologico

 L'imbiancatura dei muri e la verniciatura dei caloriferi sono gli interventi di manutenzione più frequenti in casa. Chi si è accorto di avere una casa poco ecologica può cominciare da qui per ribaltare la situazione.
Il requisito principale per intonaci, pitture e vernici è quello di lasciar traspirare la superficie su cui vengono applicati: le pareti devono poter funzionare da filtri naturali dell'aria e svolgere una funzione equilibratrice dell'umidità che, specialmente in cucina e nel bagno, può raggiungere livelli alti.
I prodotti ecologici, in vendita nei negozi specializzati, costano più degli altri, a parità di quantità, tuttavia compensano ampiamente tale svantaggio con l'aumento del benessere in casa, la resa molto alta, la facilità di applicazione dei successivi interventi e il freno all'inquinamento ambientale.

Di tutti i colori

Se puntiamo al risparmio molto attento non per questo dobbiamo abbandonare l'ecologia. Della buona calce spenta, allungata con acqua e resa eventualmente più grassa con l'aggiunta di pochi cucchiai di ricotta ben stemperata, è un'egregia scelta, veramente economica.
Se poi vogliamo ottenere un color terra, basta raccogliere alcuni campioni di terra, scioglierli nell'acqua, scegliere la tonalità preferita (alcuni ci daranno un colore più giallo, altri rosa, altri ancora grigio), mischiare il tutto con la calce già stemperata: e avremo in mano un colore che più naturale di così non si può trovare.

Smalti e vernici.

Tra i maggiori inquinanti domestici ci sono gli smalti, che rientrano nella categoria delle vernici. Per gli interni è preferibile evitare l'uso di vernici a base di metalli pesanti o funghicidi (antimuffa). Anche il piombo, lo zinco e il cromo possono infatti provocare danni alla salute. Da preferire sono le lacche con una bassa percentuale di solventi e vernici antiruggine a basso contenuto di metalli pesanti. Si devono evitare i solventi per colle e gli sverniciatori in genere. Questi ultimi, se a base di soda caustica concentrata, usano diluenti chimici molto tossici.

Piombo e non solo

Oltre che nelle vernici, il piombo si trova nelle tubature, negli accumulatori, nelle ceramiche e in alcuni insetticidi. È tossico per il sistema nervoso centrale e può interferire con la sintesi dell'emoglobina. Può dare cefalea, nausea, irritabilità, ipotensione. In particolare, bisogna fare attenzione alle vernici che contengono il piombo come essiccante.
Il piombo, comunque, non è l'unica sostanza nociva presente nelle vernici.
Quelle "sintetiche" ad esempio, durante la fase di essiccazione liberano nell'aria molecole di resina e, nel caso di vernici poliuretaniche, una sostanza dal nome difficile: isocianato. Basti sapere che è un elemento molto tossico per l'organismo umano e per l'ambiente. Se ne sconsiglia l'uso nei locali chiusi.

Vernici "naturali"

Esistono anche vernici non tossiche, realizzate in conformità alle norme Cee. Sono le vernici "sintetiche acriliche". La loro caratteristica è che non usano principalmente solventi chimici, ma l'acqua, come diluente. Sono quindi sicuramente meno tossiche per l'uomo, pur contenendo il 15% circa di solvente. Un malcostume adottato da molti è quello di versare gli avanzi delle pitture pitture e vernici all'acqua nel lavandino o nei water: sarebbe meglio, invece, smaltirli in sedi più adeguate, le stesse dove si depositano i rifiuti tossici. Le "verinici ecologiche", sono prodotte quasi esclusiva mente con materie prime naturali come la caseina, la creta, la cellulosa di faggio, la borace, l'olio di rosmarino e altro. Inquinano poco ma presentano un altro problema: essendo senza conservanti di sintesi rischiano di "andare a male" nel barattolo, se non usate entro una certa scadenza. Attenzione, quindi, a eventuali strani odori all'apertura delle latte e, nel caso, richiedere al rivenditore la sostituzione.
Alcuni esperti e ricercatori ritengono che le pitture e le vernici ecologiche potrebbero creare muffe e provocare allergie per l'alta presenza di componenti naturali, animali e vegetali. I produttori, dal canto loro assicurano adeguati trattamenti con sali di boro e oli essenziali, batteriddi e funghicidi. Il rischio, comunque, può essere superato verificando i certificati di qualità che accompagnano i prodotti, la data di scadenza ed, eventualmente, facendo un piccolo test preventivo su una parete e "convivendoci" per qualche giorno.

Il requisito principale per intonaci, pitture e vernici è quello di lasciar traspirare la superficie su cui vengono applicati: le pareti devono poter funzionare da filtri naturali dell'aria e svolgere una funzione equilibratrice dell'umidità che, specialmente in cucina e nel bagno, può raggiungere livelli alti.

Sotto i piedi

 Il pavimento è un elemento fondamentale degli spazi in cui viviamo: contribuisce a creare il "carattere" di un arredamento, conferisce o meno calore ai locali, può essere più o meno facile da pulire e conservare.
Al di là, quindi, del puro impatto estetico è la parte della casa con cui abbiamo un contatto fisico continuo e diretto. È perciò importante che sia gradevole e confortevole al massimo.

Camminare sul legno

Varie sono le soluzioni per rivestire i pavimenti in modo sano e funzionale. Per cominciare: il legno (che dove il clima è freddo può trovare impiego anche come rivestimento delle pareti).
Caldo, naturale, con buone proprietà isolanti, il legno non deve però essere trattato con vernici chimiche, poichè la pellicola protettiva plastificante porta a un eccessivo accumulo superficiale delle cariche elettrostatiche facendo perdere al legno la sua capacità di interagire con il microclima interno.
Se invece è trattato con oli e cere naturali, che tengono lontani parassiti e muffe, il legno ci darà il massimo dei vantaggi.

Parquet nazionali

Una buona scelta è quella dei legni nazionali, provenienti da alberi tagliati su indicazione del Corpo forestale, come il legno di rovere, larice, abete, ontano, castagno e betulla. In commercio si trovano le assi piallate, già pronte per essere incollate, avvitate o inchiodate a vista. La robinia, indicata soprattutto per il parquet, è un'altra essenza nostrana da riscoprire, che fornisce ottime prestazioni e durata.
Anche le lastre di sughero - alto circa 1.0 mm e posate direttamente sulla soletta - sono da prendere in considerazione per un pavimento piuttosto caldo e durevole.

Dalla tradizione

Sempre in tema di pavimentazione, un materiale da consigliare, bello da vedere e da calpestare a piedi nudi, è il cotto. Realizzato con un impasto di acqua e argilla è un antico e splendido prodotto della tradizione costruttiva e decorativa italiana validissimo ancora oggi.
Anche le piastrelle di ceramica sono una scelta funzionale e bio-compatibile, a patto che si possa escludere la presenza di cariche radioattive nel composto di base e nei colori. Applicate sul fondo di calcestruzzo, le piastrelle vanno saldate con uno strato di malta cementizia o di colla speciale: ne esistono di atossiche.

Il pavimento in Tetrapak

Una novità interessante è il rivestimento da pavimenti in Tetrapak riciclato, una proposta ideale per la camera dei ragazzi e per le zone di servizio: è resistente al calpestio, facile da pulire con il solo straccio inumidito e ad alto isolamento termo-acustico. Disponibile in pannelli, è ricavato da scatole di Tetrapak riciclate al 100 per cento, non ha formaldeide ed è trattato in modo da essere resistente a batteri e miceti e da essere nuovamente riciclato al termine del suo utilizzo.

La moquette

È, insieme ai rivestimenti continui come le fibre di cocco e il linoleum, il rivestimento più facile ed economico per cambiare "faccia" a un pavimento. Da un po' di anni, però, la moquette riscuote minori consensi, soprattutto per i problemi di igiene (può essere ricettacolo di acari e batteri), di carica elettrostatica (tende a trattenere la polvere), di pulizia (non basta il solito colpo di spazzolane e straccio, ma serve passare spesso il battitappeto e lavarla è impegnativo).
Calda e silenziosa, nonchè destinata a durare a lungo, la moquette è ancora una scelta possibile in particolari situazioni: dove il clima è freddo (nelle camere da letto) e se si vuole tenere i vecchi pavimenti, ricoprendoli a costi controllati.
La scelta deve essere. effettuata con grande cura. Innanzitutto il tipo di fibra: meglio la pura lana dei materiali sintetici, evita i fastidiosi fenomeni delle cariche elettrostatiche e dell'accumulo di polvere. Altro tipo di moquette naturale è quella di cotone, una fibra resistente ma non molto versatile: il pelo tende ad appiattirsi con il calpestio e si sporca fadhnente, tuttavia la manutenzione è semplice perchè può essere lavata senza grossi problemi.
Il sottofondo deve essere in tela di juta o lattice di gomma. Per quanto riguarda la posa meglio evitare l'incollaggio totale, che implica l'uso massiccio di colle sintetiche, e preferire la posa "testata", fissata solo lungo il perimetro.
Dal 1990 l'associazione tedesca, "Gut" raggruppa tutti i maggiori produttori mondiali per garantire l'assenza di eventuali sostanze nocive (pentaclorofenolo, formaldeide, butadiene, cloruro di vinile, asbesto) nelle moquette, ma anche per evitare procedimenti inquinanti nell'intero ciclo di fabbricazione.

 I mobili

 L'arredamento è fondamentale per la salute dell'uomo. L'inquinamento, infatti, può essere provocato da mobili, elettrodomestici, vernici e colle. E se non è facile ricostruire una casa dalle fondamenta al tetto si può pensare di rinnovarla "secondo natura": tanto legno massello e senza vernici tossiche, poco metallo, nessun materiale sintetico.

Bentornati, vecchi mobili

Comprarsi un armadio può essere un problema, se non si sa con quali materiali è fatto e cosa è da preferire.
Chi sceglie il "tutto naturale", può puntare su vecchi armadi a due ante adeguatamente restaurati, cassapanche, ripiani a muro chiusi da tende di cotone. In tal modo potrà utilizzare solo elementi in legno naturale, non trattati e senza colle, formaldeide e affini.
Per la finitura dei legno, meglio quella a olio vegetale e cera d'api.

La sindrome del mobile "invecchiato"

Avete presente quei mobili "anni 60-702, ad esempio i componibili della cucina, che ancora dopo anni emanano un cattivo odore? La causa è la formaldeide, utilizzata per la produzione di colle e nella costruzione dei pannelli di truciolato, compensato e simili (impiegati non solo per i mobili ma anche in controsoffittature e isolamenti termici).
Il problema riguarda soprattutto i mobili comprati anni fa perchè orinai le aziende italiane fabbricano collanti e pannelli con basse quantità di formaldeide. Almeno, così assicurano i produttori.

La formaldeide sotto la lente

La sua formula chimica è CH2O. È una sostanza presente in natura la usano le formiche nei combattimenti per mettere ko il nemico, si trova in dosi minime nelle combustioni incomplete, come quelle di sigaretta. Alla fine dell'Ottocento si cominciò a produrla a livello industriale e oggi viene usata in particolare per le colle, per i prodotti di legno e per quelli utilizzati per la coibentazione di muri e soffitti. La formaldeide è presente anche nelle tende, nella carta da parati e nelle moquette. Viene usata come conservante anche in alcuni prodotti come i cosmetici, il sapone, lo shampoo, il dentifricio, le vernici e per il trattamento di alcuni tessuti.
È ancora largamente impiegata in certe resine, come la fenolo-formaldeide, di largo impiego nell'industria del legno per esempio in molti pannelli truciolari.
"Agisce" in modo subdolo: si libera rapidamente nell'aria all'inizio, poi molto lentamente e a lungo, ha un tempo di dimezzamento addirittura di sei anni. Il tasso di emissione aumenta con il calore e con l'umidità.
Vediamo come agisce sull'uomo. Se inalata provoca irritazione degli occhi, del naso e del tratto respiratorio; edema e spasmo laringeo, disfagia, bronchite, polmonite.
Sintomi da contatto cutaneo sono: irritazione, necrosi da coagulazione, dermatite. Non è invece ancora definitivamente accertato se sia cancerogena.

La camera dei bimbi

Nella sua stanza il bambino non solo dorme, ma trascorre molto del suo tempo. È quindi importante che il locale sia quanto più possibile sano e sicuro. Ma i mobili, i tendaggi, le carte da parati, le vernici per le pareti, come abbiamo già detto, non ci danno sufficienti garanzie di salubrità. Le lavorazioni industriali, infatti, comportano molti trattamenti chimici e spesso legni, carte, tessuti, e altri prodotti contengono, ed emettono, vapori tossici.
Oltre alla formaldeide, sono molte le sostanze guardate oggi con un certo sospetto, come i fenoli (presenti nei legni compensati e truciolati), l'ammoniaca e il benzene (entrambi presenti nelle vernici).
Quindi, mobili, tappezzerie, tendaggi potrebbero provocare nell'ambiente domestico, e in particolare nella camera del bambino, l'accumulo di vapori organici irritanti o comunque nocivi.
Allo stato attuale delle conoscenze è difficile stabilire che cosa è realmente dannoso e in quali quantità: perciò non ci si deve allarmare eccessivamente. È però utile "stare in guardia", infonnarsi e scegliere, quando è possibile, prodotti sicuri.
Ecco qualche consiglio pratico.

·        Scegliere i prodotti di aziende che esportano molto in Germania e nei Paesi nordici dove esiste una normativa abbastanza restrittiva: la loro produzione per il mercato italiano generalmente rispetta gli stessi livelli di sicurezza di quella per l'estero.

·        Usare il naso. Se aprendo un armadio o un cassetto sentiamo un odore acre e irritante, evitiamo di acquistarlo.

·        Dopo aver arredato la cameretta, aerarla bene e frequentemente: a poco a poco le eventuali sostanze nocive (a eccezione della fonnaldeide che, purtroppo, persiste piuttosto a lungo) se ne andranno dalla finestra.

Rispetta la foresta

Nei mobili più in voga e nelle doghe dei parquet c'è ancora troppo legname esotico (che si ricava depauperando le preziose foreste della Malesia e dell'Amazzonia... ). Si dovrebbe invece privilegiare legno nazionale proveniente da piante coltivate con sistemi controllati, come il faggio, la robinia, l'ontano. Anche le conifere (pino e abete) vanno bene perchè provenienti da Paesi come la Finlandia che abitualmente praticano il taglio pianificato delle piante.
Un'alternativa è scegliere il rattan e il midollino, il cui impiego non depaupera le risorse ambientali del pianeta, perchè si tratta di liane parassite che crescono a ritmo rapidissimo e si rinnovano continuamente. Il rattan, detto anche giunco, è una palma spinosa rampicante della giungla, che diventa lunghissima, con una corteccia lucida e dura. Le canne vengono normalmente tagliate in pezzi e scortecciate o trafilate in vari spessori, ottenendo nella versione più sottile il midollino. Quest'ultimo è ideale per essere intrecciato manualmente, ottenendo una trama molto fitta e morbida con cui vengono fatte poltroncine, panche e accessori vari.

In camera da letto

Cominciamo la nostra esplorazione della "casa ecologica" partendo dalla camera da letto. Qui si passa un terzo della giornata e soprattutto si trascorrono le ore in cui il nostro corpo è del tutto rilassato e, quindi, più esposto agli agenti inquinanti.
Una persona su quattro dorme male fin dall'infanzia e le cause sono diverse.

Una stanza spartana

Perfino oggetti apparentemente innocui, come impianti stereofonici, frigobar, televisori e radiosveglie, possono emettere radiazioni elettromagnetiche sufficienti a provocare disturbi. Ma sotto accusa ci sono anche i letti, le resine e i collanti dei mobili, moquette, tappeti, tendaggi, rivestimenti e vernici. È importante perciò seguire alcune semplici regole. In primo luogo: dormire in una stanza riparata dai rumori e dagli sbalzi termici, dotata di buona circolazione d'aria e giusto grado di umidità. Anche per questo è indispensabile l'impiego, in casa, di materiali naturali.
In camera da letto, comunque, limitiamo al massimo elementi decorativi e d'arredo: è il segreto sia per ridurre l'apporto di sostanze tossiche, sia per usare meno lucidanti e detergenti che spesso contengono agenti chimici dannosi.
Evitiamo anche tendaggi, tappezzerie e moquette in materiale sintetico che attirano la polvere e, quindi, elementi inquinanti. Preferiamo un arredo "spartano" in cui siano protagonisti il legno naturale, la lana, il cotone.

Fuori gli armadi

La camera da letto dovrebbe essere situata nel luogo più protetto e silenzioso della casa, preferibilmente separata dalla zona degli armadi. Gli abiti, infatti, possono emettere alcune delle sostanze chimiche impiegate da lavanderie e tintorie per il lavaggio a secco.
Anche il colore delle pareti ha la sua importanza: un bel tono di azzurro favorirà il riposo e il relax.
Evitate di fumare in camera da letto. Se state per accendere la sigaretta pensate che il fumo rimane nell'ambiente per circa 500 ore. E non è affatto indicato respirarlo proprio mentre si dorme.

Il "sistema letto"

Reti, supporti e materassi, ma anche cuscini e biancheria, sono di fondamentale importanza per il dormire sano. Le reti realizzate con listelli in legno, che si adattano perfettamente alla schiena, abbinate a materassi in pura lana e lattice naturale, o in puro cotone, sono soluzioni ottimali però un sonno salutare e rigeneratore.
Oltre a legno e lana, la bioarchitettura, applicata al "sistema letto", ha recuperato dalla tradizione altri materiali di origine vegetale e animale: la torba, la paglia, il cocco e il più noto e diffuso caucciù che possono, dopo un uso costante, rivelare sorprendenti proprietà benefiche.

Cosa metto nel materasso

La torba è una specie di terra vegetale che assorbe umidità, mantiene il calore e risulta, quindi utile contro i reumatismi, le infiammazioni croniche e i dolori alla colonna vertebrale. Oltre a svolgere un'azione stimolante sulla pelle, assicurando un riscaldamento omogeneo del corpo, la torba nel materasso evita il problema dei "piedi freddi".
Anche la paglia di segale pressata e sterilizzata è un buon materiale su cui dormire. Questa fibra naturale - dicono i bioarchitetti - ha effetti positivi sulla circolazione, sulla pressione sanguigna e sull'attività muscolare.
Ottimo l'abbinamento di questi materiali con il lattice, noto da molto tempo per l'elevata resistenza elettrica che favorisce l'isolamento di chi dorme, dalle radiazioni magnetiche presenti nell'ambiente. Risultato: non ci si alza stanchi, stressati e doloranti.

La testa a nord

A quanti è capitato di dormire agitati, di svegliarsi più stanchi di prima, con la schiena a pezzi e il mal di testa? Le cause possono essere molte, ma bastano a volte pochi cambiamenti per risolvere il problema.
Innanzitutto: la posizione del letto. Gli esperti di bioarchitettura consigliano di mettere la testata a nord, secondo l'asse magnetico terrestre (per individuare la direzione basta una bussola). Ciò potrà comportare qualche spostamento all'interno del locale, non escluso quello di dover scegliere la collocazione del letto in mezzo alla stanza, magari in diagonale rispetto alle pareti.

Il cuscino di fiori

Tra i vari sistemi per favorire un sonno sano e rigeneratore, ci sono anche i cuscini ergonomici e speciali.
I "fitocuscini", imbottiti di fiori e foglie aromatiche, sfruttano gli aromi vegetali di certe piante officinali. Mediante il contatto col guanciale, grazie al calore del corpo e alla frantumazione delle erbe, si sprigionano, secondo gli esperti erboristi che li hanno brevettati, i vapori balsamici che vengono assimilati dall'organismo attraverso la cute e la respirazione. L'effetto garantito è anti-stress e assolutamente rasserenante. Ogni 12 mesi le erbe e i fiori vanno sostituiti.
Nella serie degli ergonomici, contro dolori cervicali e similari, ci sono i cuscini in crusca di grano saraceno. Una comoda cerniera permette di regolare la consistenza e l'altezza del cuscino, semplicemente riempiendo più o meno il sacchetto. Vasta e articolata la collezione di guanciali anallergici ed ergonomici, imbottiti in puro lattice naturale a ciambella, sagomati per l'incavo delle spalle, sono comodi sostegni per il collo e la spina dorsale.

Questione di frequenze

Inquinamento elettromagnetico, quando si dorme è meglio evitarlo. Mentre infatti le radiazioni provenienti dai campi elettromagnetici naturali sono ritenute biologicamente utili, quelle di derivazione artificiale possono creare stress e anomalie nell'organismo, soprattutto dove coesistono tessuti e finiture sintetiche o aria condizionata. Meno fili elettrici percorrono le pareti e meglio è, tanto più che le spine che si usano sono sempre le stesse.
Elementi come radiosveglie, televisori, hi-fi e computer dentro la camera da letto possono condizionare l'organismo. Secondo alcuni tecnici, che eseguono perizie sulle influenze elettromagnetiche in casa, i valori dati dalla presenza di certe radiosveglie a pochi centimetri dalla testa di chi dorme sono molto superiori alla soglia di sicurezza. La tv, poi, oltre a emettere radiazioni, abbassa il livello di "vitalità" dell'aria a causa della produzione di ioni positivi.
I fili elettrici non dovrebbero passare dietro la testata del letto e i vari apparecchi dovranno essere posti alla massima distanza (almeno un metro e mezzo). La soluzione ideale è comunque quella di adottare un impianto elettrico di forma stellare e non a cerchio chiuso, adottando per radio e sveglie l'uso di batterie. D'obbligo poi la messa a terra, a cui vanno collegati sia i cavi elettrici, sia le tubature dell'acqua.

Il Bioswitch

Per difendere il riposo dai disturbi elettrici, sono molto utili i cavi elettrici schermati, in acciaio estremamente flessibile, di diverso diametro e maneggevoli, che si adattano facilmente alle irregolarità delle tracce nei muri. Hanno però un costo elevato, per cui sono da adottarsi solo in caso di un impianto elettrico molto articolato.
Esistono anche degli speciali disgiuntori di corrente, detti Bioswitch che, applicati al contatore, sono in grado di abbassare al minimo la tensione di corrente nelle stanze. Durante la notte, infatti, il disgiuntore disinserisce dal quadro generale la tensione di rete: si eliminano così tutti i campi di disturbo dati dalle oscillazioni elettromagnetiche. Il disgiuntore entra in funzione spegnendo l'ultima lampada di casa e si riattiva riaccendendola al mattino. C'è da precisare che la riaccensione non avviene nei casi di utilizzo di lampade al neon, a gas, e quando si vogliono attivare utensili come il trapano, l'aspirapolvere o lo spazzolino da denti elettrico.
È inutile collegare il disgiuntore con stanze come la cucina, dove ci sono apparecchi sempre in funzione come la caldaia o il congelatore.
Una soluzione può essere quella di allacciare in una linea a parte tutti quegli apparecchi che hanno continuamente bisogno di alimentazione elettrica (come il frigorifero, gli antifurto ecc.) e che verrebbero messi temporaneamente fuori uso dal funzionamento del disgiuntore.

 

 

 

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