Per
scoprire eventuali fughe di microonde (causati dall'usura o dalla cattiva
manutenzione) dai telefoni cellulari o dai forni, esiste un apparecchio
speciale, è un rilevatore di microonde che si chiama Micromac.
Simile a un
comune telecomando misura con sei led luminosi, il grado di intensità della
fuga. Basta avvicinarlo agli apparecchi e aspettare qualche secondo. È in
vendita nelle farmacie e nei negozi di elettrodomestici.
Comunque
il nostro centro di diagnostica è in grado con strumentazione più professionale
di testare anche il Vs. forno a microonde, cosa molto importante in quanto per
chi non lo sapesse il funzionamento di questo nuovo
elettrodomestico è semplicissimo: esso emette una frequenza (onda) che
“cuoce” solo ed esclusivamente le molecole dell’acqua; il nostro organismo
per l’80% circa è composto da acqua…… a Voi le conclusioni, circa la gravità del
cattivo funzionamento dello sportello che non dovrebbe in nessun modo,
permettere alle “onde” di propagarsi nell’ambiente con gravi danni ai tessuti di
chi è presente in zona durante il suo funzionamento.
Una
"casa sana" dovrebbe utilizzare il più possibile la luce diretta del sole e
quelle artificiali come un complemento che, variando di intensità e tipologia,
si accorda con i diversi spazi. La luce diretta è più indicata per l'ufficio, il
laboratorio, le scale, la cucina e tutti i luoghi in cui è necessaria per
ragioni di sicurezza. Nel soggiorno è più gradevole la luce riflessa e diffusa
che consente atmosfere più rilassanti. La luce artificiale modifica i colori
nelle stanze: una lampadina a incandescenza, povera di blu e ricca di rosso e
giallo, riduce le tonalità dei colori freddi proprio come il blu e accentua
quelli caldi, dando loro più risalto. Al contrario le lampade fluorescenti
tendono verso effetti più freddi che possono anche infastidire con l'uso
prolungato.
L'imbiancatura
dei muri e la verniciatura dei caloriferi sono gli interventi di manutenzione
più frequenti in casa. Chi si è accorto di avere una casa poco ecologica può
cominciare da qui per ribaltare la situazione.
Il requisito principale per
intonaci, pitture e vernici è quello di lasciar traspirare la superficie su cui
vengono applicati: le pareti devono poter funzionare da filtri naturali
dell'aria e svolgere una funzione equilibratrice dell'umidità che, specialmente
in cucina e nel bagno, può raggiungere livelli alti.
I prodotti ecologici, in
vendita nei negozi specializzati, costano più degli altri, a parità di quantità,
tuttavia compensano ampiamente tale svantaggio con l'aumento del benessere in
casa, la resa molto alta, la facilità di applicazione dei successivi interventi
e il freno all'inquinamento ambientale.
Se
puntiamo al risparmio molto attento non per questo dobbiamo abbandonare
l'ecologia. Della buona calce spenta, allungata con acqua e resa eventualmente
più grassa con l'aggiunta di pochi cucchiai di ricotta ben stemperata, è
un'egregia scelta, veramente economica.
Se poi vogliamo ottenere un color
terra, basta raccogliere alcuni campioni di terra, scioglierli nell'acqua,
scegliere la tonalità preferita (alcuni ci daranno un colore più giallo, altri
rosa, altri ancora grigio), mischiare il tutto con la calce già stemperata: e
avremo in mano un colore che più naturale di così non si può trovare.
Tra i
maggiori inquinanti domestici ci sono gli smalti, che rientrano nella categoria
delle vernici. Per gli interni è preferibile evitare l'uso di vernici a base di
metalli pesanti o funghicidi (antimuffa). Anche il piombo, lo zinco e il cromo
possono infatti provocare danni alla salute. Da preferire sono le lacche con una
bassa percentuale di solventi e vernici antiruggine a basso contenuto di metalli
pesanti. Si devono evitare i solventi per colle e gli sverniciatori in genere.
Questi ultimi, se a base di soda caustica concentrata, usano diluenti chimici
molto tossici.
Oltre
che nelle vernici, il piombo si trova nelle tubature, negli accumulatori, nelle
ceramiche e in alcuni insetticidi. È tossico per il sistema nervoso centrale e
può interferire con la sintesi dell'emoglobina. Può dare cefalea, nausea,
irritabilità, ipotensione. In particolare, bisogna fare attenzione alle vernici
che contengono il piombo come essiccante.
Il piombo, comunque, non è l'unica
sostanza nociva presente nelle vernici.
Quelle "sintetiche" ad esempio,
durante la fase di essiccazione liberano nell'aria molecole di resina e, nel
caso di vernici poliuretaniche, una sostanza dal nome difficile: isocianato.
Basti sapere che è un elemento molto tossico per l'organismo umano e per
l'ambiente. Se ne sconsiglia l'uso nei locali chiusi.
Esistono
anche vernici non tossiche, realizzate in conformità alle norme Cee. Sono le
vernici "sintetiche acriliche". La loro caratteristica è che non usano
principalmente solventi chimici, ma l'acqua, come diluente. Sono quindi
sicuramente meno tossiche per l'uomo, pur contenendo il 15% circa di solvente.
Un malcostume adottato da molti è quello di versare gli avanzi delle pitture
pitture e vernici all'acqua nel lavandino o nei water: sarebbe meglio, invece,
smaltirli in sedi più adeguate, le stesse dove si depositano i rifiuti tossici.
Le "verinici ecologiche", sono prodotte quasi esclusiva mente con materie prime
naturali come la caseina, la creta, la cellulosa di faggio, la borace, l'olio di
rosmarino e altro. Inquinano poco ma presentano un altro problema: essendo senza
conservanti di sintesi rischiano di "andare a male" nel barattolo, se non usate
entro una certa scadenza. Attenzione, quindi, a eventuali strani odori
all'apertura delle latte e, nel caso, richiedere al rivenditore la
sostituzione.
Alcuni esperti e ricercatori ritengono che le pitture e le
vernici ecologiche potrebbero creare muffe e provocare allergie per l'alta
presenza di componenti naturali, animali e vegetali. I produttori, dal canto
loro assicurano adeguati trattamenti con sali di boro e oli essenziali,
batteriddi e funghicidi. Il rischio, comunque, può essere superato verificando i
certificati di qualità che accompagnano i prodotti, la data di scadenza ed,
eventualmente, facendo un piccolo test preventivo su una parete e "convivendoci"
per qualche giorno.
Il
requisito principale per intonaci, pitture e vernici è quello di lasciar
traspirare la superficie su cui vengono applicati: le pareti devono poter
funzionare da filtri naturali dell'aria e svolgere una funzione
equilibratrice dell'umidità che, specialmente in cucina e nel bagno, può
raggiungere livelli alti. |
Il
pavimento è un elemento fondamentale degli spazi in cui viviamo: contribuisce a
creare il "carattere" di un arredamento, conferisce o meno calore ai locali, può
essere più o meno facile da pulire e conservare.
Al di là, quindi, del puro
impatto estetico è la parte della casa con cui abbiamo un contatto fisico
continuo e diretto. È perciò importante che sia gradevole e confortevole al
massimo.
Varie
sono le soluzioni per rivestire i pavimenti in modo sano e funzionale. Per
cominciare: il legno (che dove il clima è freddo può trovare impiego anche come
rivestimento delle pareti).
Caldo, naturale, con buone proprietà isolanti, il
legno non deve però essere trattato con vernici chimiche, poichè la pellicola
protettiva plastificante porta a un eccessivo accumulo superficiale delle
cariche elettrostatiche facendo perdere al legno la sua capacità di interagire
con il microclima interno.
Se invece è trattato con oli e cere naturali, che
tengono lontani parassiti e muffe, il legno ci darà il massimo dei vantaggi.
Una
buona scelta è quella dei legni nazionali, provenienti da alberi tagliati su
indicazione del Corpo forestale, come il legno di rovere, larice, abete, ontano,
castagno e betulla. In commercio si trovano le assi piallate, già pronte per
essere incollate, avvitate o inchiodate a vista. La robinia, indicata
soprattutto per il parquet, è un'altra essenza nostrana da riscoprire, che
fornisce ottime prestazioni e durata.
Anche le lastre di sughero - alto circa
1.0 mm e posate direttamente sulla soletta - sono da prendere in considerazione
per un pavimento piuttosto caldo e durevole.
Sempre
in tema di pavimentazione, un materiale da consigliare, bello da vedere e da
calpestare a piedi nudi, è il cotto. Realizzato con un impasto di acqua e
argilla è un antico e splendido prodotto della tradizione costruttiva e
decorativa italiana validissimo ancora oggi.
Anche le piastrelle di ceramica
sono una scelta funzionale e bio-compatibile, a patto che si possa escludere la
presenza di cariche radioattive nel composto di base e nei colori. Applicate sul
fondo di calcestruzzo, le piastrelle vanno saldate con uno strato di malta
cementizia o di colla speciale: ne esistono di atossiche.
Una
novità interessante è il rivestimento da pavimenti in Tetrapak riciclato, una
proposta ideale per la camera dei ragazzi e per le zone di servizio: è
resistente al calpestio, facile da pulire con il solo straccio inumidito e ad
alto isolamento termo-acustico. Disponibile in pannelli, è ricavato da scatole
di Tetrapak riciclate al 100 per cento, non ha formaldeide ed è trattato in modo
da essere resistente a batteri e miceti e da essere nuovamente riciclato al
termine del suo utilizzo.
È,
insieme ai rivestimenti continui come le fibre di cocco e il linoleum, il
rivestimento più facile ed economico per cambiare "faccia" a un pavimento. Da
un po' di anni, però, la moquette riscuote minori consensi, soprattutto per i
problemi di igiene (può essere ricettacolo di acari e batteri), di carica
elettrostatica (tende a trattenere la polvere), di pulizia (non basta il solito
colpo di spazzolane e straccio, ma serve passare spesso il battitappeto e
lavarla è impegnativo).
Calda e silenziosa, nonchè destinata a durare a
lungo, la moquette è ancora una scelta possibile in particolari situazioni: dove
il clima è freddo (nelle camere da letto) e se si vuole tenere i vecchi
pavimenti, ricoprendoli a costi controllati.
La scelta deve essere.
effettuata con grande cura. Innanzitutto il tipo di fibra: meglio la pura lana
dei materiali sintetici, evita i fastidiosi fenomeni delle cariche
elettrostatiche e dell'accumulo di polvere. Altro tipo di moquette naturale è
quella di cotone, una fibra resistente ma non molto versatile: il pelo tende ad
appiattirsi con il calpestio e si sporca fadhnente, tuttavia la manutenzione è
semplice perchè può essere lavata senza grossi problemi.
Il sottofondo deve
essere in tela di juta o lattice di gomma. Per quanto riguarda la posa meglio
evitare l'incollaggio totale, che implica l'uso massiccio di colle sintetiche, e
preferire la posa "testata", fissata solo lungo il perimetro.
Dal 1990
l'associazione tedesca, "Gut" raggruppa tutti i maggiori produttori mondiali per
garantire l'assenza di eventuali sostanze nocive (pentaclorofenolo, formaldeide,
butadiene, cloruro di vinile, asbesto) nelle moquette, ma anche per evitare
procedimenti inquinanti nell'intero ciclo di fabbricazione.
L'arredamento
è fondamentale per la salute dell'uomo. L'inquinamento, infatti, può essere
provocato da mobili, elettrodomestici, vernici e colle. E se non è facile
ricostruire una casa dalle fondamenta al tetto si può pensare di rinnovarla
"secondo natura": tanto legno massello e senza vernici tossiche, poco metallo,
nessun materiale sintetico.
Comprarsi
un armadio può essere un problema, se non si sa con quali materiali è fatto e
cosa è da preferire.
Chi sceglie il "tutto naturale", può puntare su vecchi
armadi a due ante adeguatamente restaurati, cassapanche, ripiani a muro chiusi
da tende di cotone. In tal modo potrà utilizzare solo elementi in legno
naturale, non trattati e senza colle, formaldeide e affini.
Per la finitura
dei legno, meglio quella a olio vegetale e cera d'api.
Avete
presente quei mobili "anni 60-702, ad esempio i componibili della cucina, che
ancora dopo anni emanano un cattivo odore? La causa è la formaldeide, utilizzata
per la produzione di colle e nella costruzione dei pannelli di truciolato,
compensato e simili (impiegati non solo per i mobili ma anche in
controsoffittature e isolamenti termici).
Il problema riguarda soprattutto i
mobili comprati anni fa perchè orinai le aziende italiane fabbricano collanti e
pannelli con basse quantità di formaldeide. Almeno, così assicurano i
produttori.
La sua
formula chimica è CH2O. È una sostanza presente in natura la usano le
formiche nei combattimenti per mettere ko il nemico, si trova in dosi minime
nelle combustioni incomplete, come quelle di sigaretta. Alla fine dell'Ottocento
si cominciò a produrla a livello industriale e oggi viene usata in particolare
per le colle, per i prodotti di legno e per quelli utilizzati per la
coibentazione di muri e soffitti. La formaldeide è presente anche nelle
tende, nella carta da parati e nelle moquette. Viene usata come conservante
anche in alcuni prodotti come i cosmetici, il sapone, lo shampoo, il
dentifricio, le vernici e per il trattamento di alcuni tessuti.
È ancora
largamente impiegata in certe resine, come la fenolo-formaldeide, di largo
impiego nell'industria del legno per esempio in molti pannelli
truciolari.
"Agisce" in modo subdolo: si libera rapidamente nell'aria
all'inizio, poi molto lentamente e a lungo, ha un tempo di dimezzamento
addirittura di sei anni. Il tasso di emissione aumenta con il calore e con
l'umidità.
Vediamo come agisce sull'uomo. Se inalata provoca irritazione
degli occhi, del naso e del tratto respiratorio; edema e spasmo laringeo,
disfagia, bronchite, polmonite.
Sintomi da contatto cutaneo sono:
irritazione, necrosi da coagulazione, dermatite. Non è invece ancora
definitivamente accertato se sia cancerogena.
Nella
sua stanza il bambino non solo dorme, ma trascorre molto del suo tempo. È quindi
importante che il locale sia quanto più possibile sano e sicuro. Ma i mobili, i
tendaggi, le carte da parati, le vernici per le pareti, come abbiamo già detto,
non ci danno sufficienti garanzie di salubrità. Le lavorazioni industriali,
infatti, comportano molti trattamenti chimici e spesso legni, carte, tessuti, e
altri prodotti contengono, ed emettono, vapori tossici.
Oltre alla
formaldeide, sono molte le sostanze guardate oggi con un certo sospetto, come i
fenoli (presenti nei legni compensati e truciolati), l'ammoniaca e il benzene
(entrambi presenti nelle vernici).
Quindi, mobili, tappezzerie, tendaggi
potrebbero provocare nell'ambiente domestico, e in particolare nella camera del
bambino, l'accumulo di vapori organici irritanti o comunque nocivi.
Allo
stato attuale delle conoscenze è difficile stabilire che cosa è realmente
dannoso e in quali quantità: perciò non ci si deve allarmare eccessivamente. È
però utile "stare in guardia", infonnarsi e scegliere, quando è possibile,
prodotti sicuri.
Ecco qualche consiglio pratico.
·
Scegliere
i prodotti di aziende che esportano molto in Germania e nei Paesi nordici dove
esiste una normativa abbastanza restrittiva: la loro produzione per il mercato
italiano generalmente rispetta gli stessi livelli di sicurezza di quella per
l'estero.
·
Usare
il naso. Se aprendo un armadio o un cassetto sentiamo un odore acre e irritante,
evitiamo di acquistarlo.
·
Dopo
aver arredato la cameretta, aerarla bene e frequentemente: a poco a poco le
eventuali sostanze nocive (a eccezione della fonnaldeide che, purtroppo,
persiste piuttosto a lungo) se ne andranno dalla finestra.
Nei
mobili più in voga e nelle doghe dei parquet c'è ancora troppo legname esotico
(che si ricava depauperando le preziose foreste della Malesia e
dell'Amazzonia... ). Si dovrebbe invece privilegiare legno nazionale proveniente
da piante coltivate con sistemi controllati, come il faggio, la robinia,
l'ontano. Anche le conifere (pino e abete) vanno bene perchè provenienti da
Paesi come la Finlandia che abitualmente praticano il taglio pianificato delle
piante.
Un'alternativa è scegliere il rattan e il midollino, il cui impiego
non depaupera le risorse ambientali del pianeta, perchè si tratta di liane
parassite che crescono a ritmo rapidissimo e si rinnovano continuamente. Il
rattan, detto anche giunco, è una palma spinosa rampicante della giungla, che
diventa lunghissima, con una corteccia lucida e dura. Le canne vengono
normalmente tagliate in pezzi e scortecciate o trafilate in vari spessori,
ottenendo nella versione più sottile il midollino. Quest'ultimo è ideale per
essere intrecciato manualmente, ottenendo una trama molto fitta e morbida con
cui vengono fatte poltroncine, panche e accessori vari.
Cominciamo
la nostra esplorazione della "casa ecologica" partendo dalla camera da letto.
Qui si passa un terzo della giornata e soprattutto si trascorrono le ore in cui
il nostro corpo è del tutto rilassato e, quindi, più esposto agli agenti
inquinanti.
Una persona su quattro dorme male fin dall'infanzia e le cause
sono diverse.
Perfino
oggetti apparentemente innocui, come impianti stereofonici, frigobar, televisori
e radiosveglie, possono emettere radiazioni elettromagnetiche sufficienti a
provocare disturbi. Ma sotto accusa ci sono anche i letti, le resine e i
collanti dei mobili, moquette, tappeti, tendaggi, rivestimenti e vernici. È
importante perciò seguire alcune semplici regole. In primo luogo: dormire in una
stanza riparata dai rumori e dagli sbalzi termici, dotata di buona circolazione
d'aria e giusto grado di umidità. Anche per questo è indispensabile l'impiego,
in casa, di materiali naturali.
In camera da letto, comunque, limitiamo al
massimo elementi decorativi e d'arredo: è il segreto sia per ridurre l'apporto
di sostanze tossiche, sia per usare meno lucidanti e detergenti che spesso
contengono agenti chimici dannosi.
Evitiamo anche tendaggi, tappezzerie e
moquette in materiale sintetico che attirano la polvere e, quindi, elementi
inquinanti. Preferiamo un arredo "spartano" in cui siano protagonisti il legno
naturale, la lana, il cotone.
La
camera da letto dovrebbe essere situata nel luogo più protetto e silenzioso
della casa, preferibilmente separata dalla zona degli armadi. Gli abiti,
infatti, possono emettere alcune delle sostanze chimiche impiegate da lavanderie
e tintorie per il lavaggio a secco.
Anche
il colore delle pareti ha la sua importanza: un bel tono di azzurro favorirà il
riposo e il relax.
Evitate di fumare in camera da letto. Se state per
accendere la sigaretta pensate che il fumo rimane nell'ambiente per circa 500
ore. E non è affatto indicato respirarlo proprio mentre si dorme.
Reti,
supporti e materassi, ma anche cuscini e biancheria, sono di fondamentale
importanza per il dormire sano. Le reti realizzate con listelli in legno, che si
adattano perfettamente alla schiena, abbinate a materassi in pura lana e lattice
naturale, o in puro cotone, sono soluzioni ottimali però un sonno salutare e
rigeneratore.
Oltre a legno e lana, la bioarchitettura, applicata al "sistema
letto", ha recuperato dalla tradizione altri materiali di origine vegetale e
animale: la torba, la paglia, il cocco e il più noto e diffuso caucciù che
possono, dopo un uso costante, rivelare sorprendenti proprietà benefiche.
La
torba è una specie di terra vegetale che assorbe umidità, mantiene il calore e
risulta, quindi utile contro i reumatismi, le infiammazioni croniche e i dolori
alla colonna vertebrale. Oltre a svolgere un'azione stimolante sulla pelle,
assicurando un riscaldamento omogeneo del corpo, la torba nel materasso evita il
problema dei "piedi freddi".
Anche la paglia di segale pressata e
sterilizzata è un buon materiale su cui dormire. Questa fibra naturale - dicono
i bioarchitetti - ha effetti positivi sulla circolazione, sulla pressione
sanguigna e sull'attività muscolare.
Ottimo l'abbinamento di questi materiali
con il lattice, noto da molto tempo per l'elevata resistenza elettrica che
favorisce l'isolamento di chi dorme, dalle radiazioni magnetiche presenti
nell'ambiente. Risultato: non ci si alza stanchi, stressati e doloranti.
A
quanti è capitato di dormire agitati, di svegliarsi più stanchi di prima, con la
schiena a pezzi e il mal di testa? Le cause possono essere molte, ma bastano a
volte pochi cambiamenti per risolvere il problema.
Innanzitutto: la posizione
del letto. Gli esperti di bioarchitettura consigliano di mettere la testata a
nord, secondo l'asse magnetico terrestre (per individuare la direzione basta una
bussola). Ciò potrà comportare qualche spostamento all'interno del locale, non
escluso quello di dover scegliere la collocazione del letto in mezzo alla
stanza, magari in diagonale rispetto alle pareti.
Tra i
vari sistemi per favorire un sonno sano e rigeneratore, ci sono anche i cuscini
ergonomici e speciali.
I "fitocuscini", imbottiti di fiori e foglie
aromatiche, sfruttano gli aromi vegetali di certe piante officinali. Mediante il
contatto col guanciale, grazie al calore del corpo e alla frantumazione delle
erbe, si sprigionano, secondo gli esperti erboristi che li hanno brevettati, i
vapori balsamici che vengono assimilati dall'organismo attraverso la cute e la
respirazione. L'effetto garantito è anti-stress e assolutamente rasserenante.
Ogni 12 mesi le erbe e i fiori vanno sostituiti.
Nella serie degli
ergonomici, contro dolori cervicali e similari, ci sono i cuscini in crusca di
grano saraceno. Una comoda cerniera permette di regolare la consistenza e
l'altezza del cuscino, semplicemente riempiendo più o meno il sacchetto. Vasta e
articolata la collezione di guanciali anallergici ed ergonomici, imbottiti in
puro lattice naturale a ciambella, sagomati per l'incavo delle spalle, sono
comodi sostegni per il collo e la spina dorsale.
Inquinamento
elettromagnetico, quando si dorme è meglio evitarlo. Mentre infatti le
radiazioni provenienti dai campi elettromagnetici naturali sono ritenute
biologicamente utili, quelle di derivazione artificiale possono creare stress e
anomalie nell'organismo, soprattutto dove coesistono tessuti e finiture
sintetiche o aria condizionata. Meno fili elettrici percorrono le pareti e
meglio è, tanto più che le spine che si usano sono sempre le
stesse.
Elementi come radiosveglie, televisori, hi-fi e computer dentro la
camera da letto possono condizionare l'organismo. Secondo alcuni tecnici, che
eseguono perizie sulle influenze elettromagnetiche in casa, i valori dati dalla
presenza di certe radiosveglie a pochi centimetri dalla testa di chi dorme sono
molto superiori alla soglia di sicurezza. La tv, poi, oltre a emettere
radiazioni, abbassa il livello di "vitalità" dell'aria a causa della produzione
di ioni positivi.
I fili elettrici non dovrebbero passare dietro la testata
del letto e i vari apparecchi dovranno essere posti alla massima distanza
(almeno un metro e mezzo). La soluzione ideale è comunque quella di adottare un
impianto elettrico di forma stellare e non a cerchio chiuso, adottando per radio
e sveglie l'uso di batterie. D'obbligo poi la messa a terra, a cui vanno
collegati sia i cavi elettrici, sia le tubature dell'acqua.
Per
difendere il riposo dai disturbi elettrici, sono molto utili i cavi elettrici
schermati, in acciaio estremamente flessibile, di diverso diametro e
maneggevoli, che si adattano facilmente alle irregolarità delle tracce nei muri.
Hanno però un costo elevato, per cui sono da adottarsi solo in caso di un
impianto elettrico molto articolato.
Esistono anche degli speciali
disgiuntori di corrente, detti Bioswitch che, applicati al contatore, sono in
grado di abbassare al minimo la tensione di corrente nelle stanze. Durante la
notte, infatti, il disgiuntore disinserisce dal quadro generale la tensione di
rete: si eliminano così tutti i campi di disturbo dati dalle oscillazioni
elettromagnetiche. Il disgiuntore entra in funzione spegnendo l'ultima lampada
di casa e si riattiva riaccendendola al mattino. C'è da precisare che la
riaccensione non avviene nei casi di utilizzo di lampade al neon, a gas, e
quando si vogliono attivare utensili come il trapano, l'aspirapolvere o lo
spazzolino da denti elettrico.
È inutile collegare il disgiuntore con stanze
come la cucina, dove ci sono apparecchi sempre in funzione come la caldaia o il
congelatore.
Una soluzione può essere quella di allacciare in una linea a
parte tutti quegli apparecchi che hanno continuamente bisogno di alimentazione
elettrica (come il frigorifero, gli antifurto ecc.) e che verrebbero messi
temporaneamente fuori uso dal funzionamento del disgiuntore.