La casa ecologica
Crederci
o non crederci? È il primo pensiero che salta in mente a chi sente
parlare per la prima volta delle invisibili forme di inquinamento prodotte
da una qualsiasi abitazione moderna. La nostra stessa casa, che
consideriamo un rifugio sicuro, può rivelarsi a sorpresa una "casa
inquinata".
Gas sotterranei che intossicano l'aria dell'appartamento, amianto nascosto
nelle pareti, impianti elettrici che potrebbero generare "elettrosmog",
vapori velenosi sprigionati dai mobili della cucina.
Qualcuno alza le sopracciglia: "Nel traffico sì, avverto lo smog che
viene dai tubi di scappamento. Ma a casa mia l'aria non è inquinata...
salvo quando la vicina si mette a friggere".
Quella stessa persona, magari, si è lamentata tante volte di bruciori
agli occhi, allergie o mal di testa inspiegabili, e la causa potrebbe
essere proprio quella a cui non ha mai pensato: una casa poco salubre.
Il fatto che non ce ne accorgiamo non vuol dire che il pericolo
non-esista: il gas radon che si accumula nelle cantine e nei piani bassi
dei palazzi, ad esempio, è del tutto inodore e incolore, ma non per
questo meno insidioso.
La tossicità della formaldeide contenuta nei mobili non è il parto della
fantasia di un ecologista fanatico, anzi. È talmente reale che diverse
nazioni ne hanno vietato l'uso.
Per non parlare dei formidabili veleni chimici che ogni casalinga maneggia
abitualmente, senza rendersi conto del rischio, quando pulisce il bagno o
la cucina.
Altri pericoli sono meno certi: ad esempio, quelli che potrebbero derivare
dagli apparecchi elettrici a bassa tensione, dalle antenne, dai
telefonini, sono ancora oggetto di studi, per capire cosa fa realmente
male e in quale misura. Nel dubbio, comunque, la prudenza non guasta,
visto che in gioco c'è la salute.
La
sindrome della casa malata
In
un'epoca in cui la maggior parte delle persone passa giornate intere tra
le quattro mura, in casa o in ufficio, diventa sempre più impellente
evitare i "veleni" nascosti.
Le sostanze plastiche, i pavimenti di cemento, i materiali isolanti, gli
strati impermeabili di vernici e collanti sintetici spesso non permettono
la respirazione dell'edificio, procurando un pericoloso inquinamento
interno.
L'aria viziata, i vapori e le esalazioni che derivano dai materiali da
costruzione, prodotti con processi di sintesi dalla petrolchimica, si sono
dimostrati dannosi per la salute. E sembra ormai certo che provochino
diversi disturbi come nausea, mal di testa, problemi respiratori e altri
ancora.
Possono provocare irritazioni e malanni, anche gravi, i batteri annidati
nei filtri dei condizionatori d'aria che, dato il loro breve uso
stagionale, non vengono sostituiti periodicamente.
Apriamo
le finestre
Eppure,
evitare i rischi causati da un'aria "malata" è possibile. Per
cominciare, basterebbero alcune semplici, ma efficaci azioni quotidiane,
come l'antica e sana abitudine di arieggiare i locali (anche ogni due o
tre ore, soprattutto dove si vive in tanti e si fuma). L'aprire a più
riprese le finestre, anche d'inverno è un vero toccasana.
Un'aria più respirabile dipende anche da alcune piccole rinunzie. No, ad
esempio, alle stufe elettriche: "bevono" una quantità elevata
di ossigeno e consumano troppa energia.
Perchè la casa sia sana è inoltre necessario che possa
"respirare", consentendo la traspirazione dei muri e dei solai.
Anche le piante in casa aiutano a filtrare e a purificare l'aria,
assorbendo l'anidride carbonica, e restituendo, in cambio, ossigeno, e le
loro foglie trattengono pulviscolo e fuliggine. Perfino il terriccio ha
una sua utilità: i microrganismi che contiene lavorano come spugne,
assorbendo gas ed esalazioni, specialmente l'ossido di carbonio. Una
ricerca effettuata dalla Nasa avrebbe dimostrato che alcune piante sono
perfino in grado di neutralizzare alcuni principali inquinanti
dell'ambiente.
Il
tour della casa ecologica
Ci
sono molti altri aspetti cui fare attenzione, come scopriremo nelle
prossime pagine: un corretto isolamento termico e acustico, impianti
elettrici provvisti di cavi schermati e disgiuntori, colori e cere
atossiche, pavimenti in legno e cotto trattati in maniera appropriata,
arredi in materiali naturali.
Si può intervenire sulla casa già costruita (soprattutto
sull'arredamento), oppure più a fondo, quando si mette mano a una
ristrutturazione. L'ideale, però, è progettare l'edificio secondo
criteri più sani sin dall'inizio prevenendo, per esempio, l'inquinamento
derivato dai materiali da costruzione.
Per questo, sempre piu spesso si parla di "bioarchitettura": un
moderno filone dell'architettura, nato nel Centro Europa, che punta a
progettare case ecologiche e "intelligenti" che offrono
protezione e comfort senza recare danno alla salute delle persone e
all'ambiente esterno.
In Italia questa tendenza, che mette in discussione il modo convenzionale
di costruire, arredare, fare acquisti, si è sviluppata in ritardo. E
ancora non riceve la giusta attenzione.
"Il Salvagente", vogliamo ricordarlo, è stato tra i primi, da
cinque anni a questa parte, a parlare di bioedilizia e
bioarchitettura, nella sua rubrica "Casa mia Casa mia" (da cui
sono tratte molte delle informazioni contenute in questo manuale).
Pulire senza soffrire
Le
pulizie di casa sono una vera e propria guerra chimica in miniatura.
L'ammoniaca, gas incolore dall'odore pungente e altamente irritante, è
presente in quasi tutti i prodotti detergenti in concentrazioni variabili
dal 5 al 30%. Respirarne i vapori provoca arrossamento e tumefazione delle
mucose. A concentrazioni più elevate si possono avere spasmi della
glottide, edema polmonare fino alla morte per asfissia. Può provocare
ustioni. Esistono, per fortuna, alternative meno pericolose, ed
ecologiche, che assicurano la stessa pulizia e igiene. Vediamone alcune.
Operazione
vetri puliti
La
maggior parte dei prodotti per detergere i vetri contengono sostanze che
possono nuocere ai polmoni. Per il 40-50 per cento sono costituiti infatti
da tensioattivi, ammoniaca e fosfati. Un metodo semplice ed efficace per
la pulizia dei vetri è invece di usare semplice carta di giornale e
acqua. Grazie agli inchiostri e ad altri componenti chimici presenti nella
carta, i vetri torneranno splendenti. Se proprio volete usare lo
spruzzatore (ma attenzione a non lasciarlo in giro a portata di bambino),
potete riempirlo con un litro d'acqua dove avrete aggiunto un mezzo
bicchiere di alcool denaturato e due gocce di detersivo liquido per i
piatti.
Tappeti
e moquette
In
tappeti e moquette, il pericolo numero uno è la polvere, che può
contenere acari, batteri e funghi. Gli acari rappresentano soprattutto un
problema per chi soffre di allergie. Questo piccolo insetto, amante del
caldo e dell'umidità, si moltiplica facilmente nei tessuti di lana, e può
favorire la comparsa di disturbi allergici.
I produttori di detergenti per moquette suggeriscono di spargere il
detersivo sul tessuto e rimuovere il tutto con l'aspirapolvere. Il
lavaggio però aumenta l'umidità, rendendo ideale l'ambiente per la
proliferazione di funghi. Inoltre, la composizione del detergente non è
così innocua.
L'unico "rimedio sano" è pulire frequentemente la moquette e i
tappeti, avendo: l'accortezza di proteggersi con una mascherina di garza e
utilizzando possibilmente macchine "a estrazione" e detergenti
molto diluiti. Va benissimo la "ricetta" suggerita per la
pulizia dei vetri. Per un'azione ancora più detergente aggiungere al
"cocktail" qualche goccia di ammoniaca ricordandosi di aerare
bene dopo aver pulito.
Più efficace risulta la frequente pulizia con l'aspirapolvere, almeno
ogni due giorni, sempre con le finestre ben aperte.
Le
cere
Lavate
spesso i pavimenti? L'impiego eccessivo di detergenti è allora
praticamente inutile. I detergenti sono composti essenzialmente da acqua,
tensioattivi vari, profumi, coloranti e una base alcalina o acida. Quella
alcalina, a base di ammoniacali, si usa generalmente per superfici in
graniglia, cemento, marmo e ceramica. Quella acida, formata da acido
fosforico, si preferisce sulle superfici come il gres o il gres ceramico.
I prodotti autolucidanti, le moderne cere emulsionate, sono per lo più
polimeri sintetici del petrolio. Formano sul pavimento una pellicola di
plastica e per eliminarla bisogna ricorrere a pulenti particolarmente
aggressivi. Stesso discorso per le "cere", i cui vapori non sono
affatto salutari anche quando emanano un buon odore.
Per la pulizia, provate questa miscela: a un litro di acqua aggiungete
mezzo bicchiere di alcool denaturato, uno o due cucchiaini di detersivo
per stoviglie e un cucchiaino di bicarbonato e diluite il tutto al 5-10
per cento nell'acqua per lavare i pavimenti. In pratica usate una tazza da
caffè della miscela per ogni litro d'acqua. Per il parquet utilizzate
invece cere naturali ricavate dalla carnauba e dalla canna da zucchero o
cera d'ape. Per i pavimenti in cotto, l'olio di lino.
Il
forno
Per
pulire il forno si usano abitualmente detergenti a base di soda caustica e
solventi molto tossici, assolutamente da non inspirare. Oltre a queste
sostanze i prodotti per il forno contengono una miscela esplosiva di
sostanze chimiche. Certamente lo sporco sparisce, ma i solventi evaporano
e poi penetrano dappertutto, anche nei cibi. I prodotti "spray"
(che contengono anche silicone, propellente, profumi e coloranti), si
inalano più facilmente, provocano irritazioni alla pelle e, secondo
alcuni, lesioni della cornea.
Per evitare questi rischi, si possono pulire le incrostazioni con una
spazzola saponata o con polvere abrasiva, a forno tiepido. Ancora meglio,
non sporcare il forno, proteggendolo con fogli di alluminio alla base
oppure usando appositi contenitori per raccogliere eventuali rimanenze di
cibo.
I
lavapiatti
La
maggior parte dei detersivi per stoviglie contiene sostanze tossiche.
Partiamo da quelli per il lavaggio a mano. È accertato che, in un anno,
una persona ingerisce da un decimo di grammo fino a un grammo di
tensioattivi, che si depositano sulle stoviglie, e in particolare sul
vetro dei bicchieri. I tensioattivi, ricordiamo, possono provocare
allergie e disturbi delle pelle. È quindi consigliabile lasciare i piatti
in ammollo in acqua molto calda (per un tempo limitato), usare quantità
minime di detersivo, indossare sempre i guanti.
Oggi, comunque, sono in commercio anche detersivi privi di tensioattivi e
fosfati. Per scoprirli basta leggere con attenzione le etichette. I
detersivi completamente ecologici si trovano sicuramente nei negozi
specializzati: sono completamente biodegradabili e privi di qualsiasi
sostanza chimica di sintesi.
I detersivi per lavastoviglie sono senz'altro più aggressivi di quelli
per i lavaggi a mano. Contengono infatti cloro (come disinfettante) e a
lungo andare risultano responsabili della distruzione dei colori della
porcellana e della ceramica. I brillantanti, che contengono acidi organici
e tensioattivi, si depositano generalmente sulle stoviglie formando un
leggero strato difficilmente eliminabile con il risciacquo. Se proprio non
volete fare a meno del "prezioso" elettrodomestico, provate ad
"addolcire" l'acqua con un filtro per limitare la quantità del
detersivo.
Il
water
Detergenti,
disincrostanti e decalcificanti, usati per pulire i sanitari sono tra i
prodotti più tossici. I detergenti contengono formaldeide, fenoli, e
clorofenoli (i vapori di cloro molecolare, la parte attiva, provocano
danni ai polmoni) e infine acidi e basi forti. Un'alternativa più
"sana" è il ricorso a detergenti normali: acqua calda e
"olio di gomito".
I disincrostanti sono prodotti acidi molto forti (muriatico, fosforico,
solforico e formico), quindi molto pericolosi, da usare con attenzione e
comunque sempre indossando i guanti. Sono fortemente corrosivi e
danneggiano le tubature e lo smalto della vasca e della doccia (che di
solito non sono in vetroresina a differenza di water, bidet e lavandini).
Attenzione a non miscelare mai un detergente contenente cloro con uno
contenente un acido: se respirata per cinque minuti questa mistura è
letale. In commercio sono disponibili detergenti disincrostanti
naturali, biodegradabili al 100 per cento, a base di aceto (per
sciogliere il calcare) e con smerigliante delicato.
Disgorganti
e spray
Efficaci
per sturare lavandini e tubi occlusi, i disgorganti sono molto nocivi alla
salute. Sono composti infatti principalmente da soda caustica (fino al 90
per cento), tensioattivi e trucioli di alluminio. La soda caustica in
scaglie, a contatto con l'acqua, produce idrogeno e sviluppa enorme
calore. Può provocare ustioni alla pelle e alle mucose. In tal caso,
ricorrere subito a lavaggi prolungati in acqua tiepida.
Più sicuri, per disintasare le tubature, sono i prodotti liquidi. Meglio
ancora, il succhiello di gomma o la spirale metallica: riflettete sul
fatto che tutti gli idraulici lavorano con mezzi meccanici.
Veleni
in libertà
Sono
utilizzati per le pulizie nel bagno, ma sono veri e propri veleni. L'acido
muriatico o acido cloridrico, sviluppa un gas incolore, fortemente
irritante che provoca lesioni molto gravi sulla pelle.
Usato per disincrostare le tubature, è pericoloso per le vie respiratorie
in caso di inspirazione. Se ingerito provoca danni allo stomaco. In questo
caso, somministrare acqua e recarsi immediatamente al pronto soccorso. Non
provocare mai il vomito e non somministrare bicarbonato di sodio. Di
rigore, durante l'uso, i guanti di gomma e una maschera protettiva.
Soda
caustica
È
molto solubile in acqua. Si presenta sotto forma di scaglie bianche. Viene
aggiunta anche nei prodotti per la pulizia dei forni e dei metalli.
Fortemente corrosiva, attacca tutti i tessuti. In caso di inalazione, può
causare infiammazioni ai polmoni. Se ingerita, provoca gravi danni
all'esofago. In caso di ingestione somministrare acqua e recarsi
immediatamente al pronto soccorso. Non provocare assolutamente il vomito.
Detergenti
per mobili
Contengono
spesso sostanze tossiche. Sono prodotti derivati dal petrolio, con
l'aggiunta di cere naturali o sintetiche, siliconi e solventi chhnici
(toluolo, xilolo e altri) decisamente pericolosi. In quelli spray ci sono
propellenti che aumentano i rischi in caso di inspirazione. Ricordatevi di
usare sempre una mascherina soprattutto se siete soggetti ad allergie, di
arieggiare sempre gli ambienti dopo la pulizia, di non usare confezioni
spray. Evitateli soprattutto per i mobili laccati o impiallacciati.
Oppure, usate innocua cera d'ape o olio di lino.
I
deodoranti
I
deodoranti per profumare casa o altri ambienti sono in gran parte inutili.
Ce ne sono di tre tipi: spray, in gel e solidi. Quelli spray sono
sicuramente i più pericolosi sia per l'uomo che per l'ambiente: la
maggior parte contiene come propellente il tetracloruro di carbonio, uno
dei famigerati gas Cfc che "bucano" lo strato di ozono.
I deodoranti in gel liberano profumo, senza essere troppo pericolosi, a
meno che non contengano formaldeide.
Quelli solidi risultano invece meno salubri: possono risultare tossici per
il sistema nervoso e il fegato e avere effetti negativi sull'emoglobina. I
prodotti che contengono naftalina sono ancora peggiori. Non usateli
affatto e non correrete alcun rischio.
Per i più freddolosi
Nelle
abitazioni di nuova costruzione, ma anche nei vecchi stabili da
ristrutturare, si è soliti aumentare l'isolamento termico degli edifici
inserendo sostanze isolanti nelle intercapedini o ricorrendo a pannelli
isolanti.
Evviva
l'effetto serra
In
genere, il problema deriva dall'inadeguatezza dei materiali utilizzati dal
costruttore per incuria o per risparmio.
Gli edifici in muratura piena non necessitano spesso di coibentazione, ma
le case più recenti, con pareti sottili in mattoni forati, sì. I punti
dove la perdita tennica è più rapida sono in entrambi i casi le
finestre, specialmente se di grandi dimensioni.
L'intervento migliore, se possibile, consiste nel costruire serre o doppie
vetrate, che, tra la finestra a aggiunta e la preesistente, lascino un
vuoto di almeno 60 centimetri, in modo da creare una barriera d'aria alle
fughe di calore.
Si tratta di vere e proprie doppie finestre, ognuna col suo telaio, i cui
battenti si aprono indipendentemente l'uno dall'altro. In questo spazio,
oltretutto, potranno trovare una collocazione ideale le piante di casa,
che generalmente soffrono per il surriscaldamento dei locali. Il lato
migliore per serre e doppie vetrate è quello est-sud. L'ideale è
predisporre le opere in modo tale da poterle smontare completamente, in
estate, per rimontarle con l'arrivo del freddo.
Le
"pareti verdi"
Se
si vuole ottimizzare il risultato, si può ricorrere alle cosiddette
"pareti verdi": dei veri e propri grigliati applicati sul fronte
strada intorno alle finestre, su cui far risalire tante piante rampicanti,
creando un'intercapedine isolante tra l'edificio e l'ambiente esterno.
Una ricerca svolta a Monaco, in Germania, rileva che in questo modo si
abbatte di cinque gradi il clima estivo e lo si migliora di altrettanti
gradi in inverno. In questo modo si rende la propria casa più gradevole,
oltre che protetta.
Sughero
e legno
La
cosa migliore è prevedere l'impiego dei materiali isolanti già in fase
di progettazione, poichè è possibile inglobarli nelle intercapedini di
muri e coperture con costi ragionevoli. Se invece si interviene in un
secondo tempo, per ovviare all'inconveniente di una parete particolarmente
fredda, o in caso di ristrutturazione completa, si possono applicare
pannelli isolanti di sughero, fibra di legno o cellulosa (lasciati a
vista, intonacati e tinteggiati o coperti da perline di legno), oppure si
possono "insufflare" prodotti speciali nelle intercapedini.
Altro requisito fondamentale di pareti e tetti, oltre la capacità
isolante, è la traspirabilità. Ecco perchè sono sconsigliati i
materiali sintetici, che tendono a trattenere dentro le mura domestiche il
vapore acqueo che inevitabilmente si forma nei locali. Creare una barriera
al vapore vuol dire farlo ristagnare all'interno, generando una sgradevole
umidità.
Isolanti,
i buoni e i cattivi
Oltre
al sughero o al legno, sono disponibili altri isolanti vegetali come le
canne palustri sotto forma di pannelli (a norma di legge sulla resistenza
al fuoco), le fibre di cocco intrecciate e compresse, i pannelli in fibra
di legno bitumati (ricavati da scarti di conifere, per ora ancora
abbondanti) e dotati di bordo per facilitare la posa nei sottotetti.
Hanno costi competitivi rispetto agli isolanti non ecologici in commercio
e non sono dannosi alla salute. Il miglioramento termico è
inscindibile dalla qualità dell'aria che respiriamo in casa. Alcuni dei
materiali più diffusi, come amianto, lana di vetro e i pannelli in
poliuretano espanso, sono sicure fonti di inquinamento e spesso causa
disturbi e malattie per gli abitanti.
Pannelli di resina usati per la coibentazione di muri e soffitti possono
rilasciare formaldeide (e l'emissione può durare per molto tempo, anche
anni). Due direttive della Cee, la 77/728 e la 73/173, stabiliscono la
quantità massima oltre la quale la concentrazione di emissioni di
formaldeide nell'aria diventa dannosa per l'uomo. Gli effetti più
frequenti sono irritazione di occhi e naso, nausea, problemi respiratori e
dermatiti, più o meno gravi a seconda della sensibilità individuale.
Altro materiale a rischio è la lana di vetro. Di questa è importante,
qualora già installata nelle pareti o al soffitto, conoscere la
granulatura: più è piccola, più può creare danni ai polmoni per
inspirazione. Fondamentale è anche la posa in opera, che deve essere
particolarmente accurata: pannelli in lana di vetro chiusi ermeticamente
da perlinature in legno o da pareti aggiunte, che non lasciano fessure
daranno molti meno problemi. Restano, comunque, i rischi per chi partecipa
alla loro fabbricazione e posa, e all'eventuale rimozione.
Liberiamoci
dell'amianto
L'impiego
di amianto in Italia è oggi vietato, ma questo dannoso minerale a
struttura fibrosa è ancora presente negli edifici.
L'amianto e i suoi derivati, come il "cemento-amianto",
comunemente conosciuto come Eternit dal nome della marca più diffusa, in
passato hanno trovato applicazione come coibenti in edilizia, negli
impianti termici e nella cantieristica. In anni recenti, molti studi ne
hanno documentato gli effetti lesivi sufla salute. E dato che amianto e
affini sono presenti in molti edifici abitativi, si capisce il perchè
della crescente preoccupazione circa il problema della loro rimozione.
Lastre e tegole di copertura per case, capannoni e garage, piastrelle da
rivestimento tubature e schiume per soffitti e pareti hanno letteralmente
inondato negli anni del boom edilizio. Dati i costi relativamente bassi, e
la resa sul piano dell'isolamento termico e sonoro, ma anche la resistenza
al fuoco e agli acidi, amianto e cemento-amianto hanno rappresentato in
milioni di casi la scelta più facile.
Ma tutte le applicazioni di amianto si sono dimostrate col tempo
suscettibili di invecchiamento, con successiva disgregazione in
sottilissime fibre. Studi medici hanno evidenziato come una prolungata
esposizione alle scaglie di amianto sospese nell'aria può causare cancro
polmonare o pleurico. Ecco perchè oggi, invece di rimuovere l'amianto
si consiglia di sigillarlo e lasciarlo dov'è (per informazioni,
rivolgersi alle Usl di zona).
Come
scoprirlo
Dal
1983, secondo una direttiva Cee, anche in Italia è vietato l'impiego di
amianto in edilizia. La stragrande maggioranza degli edifici costruiti tra
il 1967 e il 1975, purtroppo, ha componenti isolanti e rivestimenti di
tetti in amianto. Ma come si fa a sapere se la nostra casa contiene il
tenibile minerale e in quali condizioni si trova? Un buon modo sarebbe
quello di consultare i piani di progettazione e di costruzione con i
relativi capitolati di esercizio, ma nel nostro Paese (a differenza di
altre nazioni europee) questi dati sono pressochè inesistenti. Chi
volesse provarci, può solo sperare nella collaborazione degli Uffici
tecnici comunali e provinciali.
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